Donne nella Storia

Corner Elena Lucrezia

di Ornella Mariani
Elena Lucrezia Corner.
Elena Lucrezia Corner.

Intellettuale di grandissimo profilo, nacque a Venezia il 5 giugno del 1646 e morì a Padova il 26 luglio del 1684, dopo aver dedicato la propria esistenza agli studi di Filosofia, Teologia, Greco, Latino, Ebraico e Spagnolo; dopo aver dominato le principali Accademie del tempo; dopo aver contrastato l’opposizione del Cardinale Gregorio Barbarigo che riteneva un’eresia il suo desiderio di laurearsi in Teologia all'Università di Padova e diventare Dottore.

Elena era la quinta dei sette figli di Zanetta Boni e del Patrizio GiovanBattista Corner.

Nel corso della lunga relazione sentimentale sancita dalle nozze solo nel 1654, egli aveva legittimato tutta la prole alla nascita, ma non aveva potuto impedire che ai figli Francesco e Girolamo fosse negata l’iscrizione nel Libro d'oro della Nobiltà fino a tutto il 1664, quando si decise a pagarla centocinquemila ducati.

La prestigiosa famiglia, che deteneva un'importante biblioteca; una pregevole collezione di quadri e molti strumenti scientifici, era esclusa dalle Magistrature della Repubblica e conservava solo l’autorevolezza del nome, del patrimonio e della Cultura poiché annoverava fra i suoi membri Giacomo Alvise e Girolamo, rispettivamente Scienziato amico di Galileo e Studioso di Fisica.

In realtà, a Giovanni Battista, già Procuratore di San Marco: carica la cui importanza era seconda solo a quella dogale, veniva imputata l’unione con una Popolana, forse anche prostituta, e, di conseguenza, ai loro figli era interdetto anche l’accesso al Maggior consiglio e al Patriziato malgrado la consistenza del patrimonio familiare.

Per compensare questa carenza sociale, a fronte dell’evidente talento di Elena, il Corner ne promosse la crescita ed il successo ed ella stessa, pur consapevole del vano compiacimento paterno, per non deluderne la smania di riscatto, si impegnò a fare sfoggio delle proprie doti in salotti ed Accademie senza, tuttavia rinunciare al suo bisogno di spiritualità: divenuta nel 1655 Oblata benedettina, assecondò la propria vocazione e il bisogno di riaffermazione familiare osservando la regola dell'Ordine ma eludendo la reclusione monastica e frequentando quel mondo secolare nel quale procurarsi libertà e mezzi per continuare gli studi.

Ebbe come Docenti di Greco GianBattista Fabris, Parroco della chiesa di San Luca, e Alvise Gradenigo, Bibliotecario della Marciana; coltivò la passione per il Latino col Canonico di San Marco Giovanni Valier, mentre il gesuita Carlo Maurizio Vota le impartì nozioni di Scienze e il cattedratico pisano Carlo Rinaldini la istruì in Filosofia.

Parallelamente, Elena imparò l’ebraico e lo spagnolo dal Rabbino Shemel Aboaf e la Teologia da  Felice Rotondi.

In virtù della fama conseguita per la competenza intellettuale, nel 1669 fu accolta nella padovana Accademia dei Ricoverati di Padova; in seguito, nell'Accademia degli Infecondi a Roma; nell’Accademia degli Intronati di Siena; nell’Accademia degli Erranti di Brescia e in quelle veneziane dei Dodonei e dei Pacifici, consolidando una reputazione che le valse la notorietà anche oltre i confini nazionali.

Il Cardinale Federico d’Assia Darmstadt, infatti, la consultò nel 1670 su questioni di Geometria solida; il ginevrino Louise de Frotté, nel 1675, invitò Gregorio Leti ad inserirla nella raccolta di biografie L'Italia regnante e, nel 1677, il Cardinale Emanuele de Bouillon la pose a confronto con Charles de Court e Ludovic Espinay de Saint-Luc che ne restarono ammirati; Luigi XIV incaricò il Cardinale César d'Estrées di verificare le circostanze e costui, assieme a due Dottori della Sorbona, la incontrò per sentirne il commento su testi in greco ed ebraico, discussi in francese, spagnolo e latino.

A margine di una Everyting has a beginning, everyting has a endpubblica querelle tenuta in lingua greca e latina a Venezia, su temi di Filosofia, Corner sollecitò lo Studio di Padova a conferire alla figlia la laurea in Teologia.

Elena compilò la domanda di ammissione al titolo ed i Rettori Angelo Correr, Battista Nani e Leonardo Pesaro la accolsero e stilarono il verbale di conferimento. Tuttavia, il Cardinale Vescovo locale Gregorio Barbarigo, Cancelliere di quell’Università, sostenendo che fosse uno sproposito dottorar una donna, col rischio di rendersi ridicoli a tutto mondo, negò il consenso.

Tesa a prevenire derive protestantiche, infatti, la Chiesa post tridentina era rigorosissima nell' insegnamento della dottrina cattolica e, in nome dell’asserita inferiorità femminile soprattutto in materia di verità di Fede, aveva fatto suo il contenuto della Prima epistola di San Paolo a Timoteo: …Non permetto alla donna d’insegnare, né d’usare autorità sul marito, ma stia in silenzio

La posizione del Porporato, però, produsse una conflitto pubblico alla fine risolto con un compromesso: assegnare ad Elena la laurea in Filosofia.

Ella la discusse il 25 giugno del 1678, prima di essere accolta nel Collegio dei Medici e dei Filosofi dello Studio padovano, ove comunque le fu alienato il diritto di docenza in quanto Donna.

Quel pregiudizio non le impedì, tuttavia, di affrontare anche delicate questioni politiche attraverso il pubblico elogio della rottura dell'assedio turco di Vienna, nel settembre 1683.

Elena Corner si spense per le conseguenze di una cancrena proprio a Padova a soli trentotto anni, il 26 luglio del 1684 e fu sepolta nella chiesa di Santa Giustina.

Aveva disposto la distruzione dei suoi manoscritti, salvo quattro discorsi di argomento morale, politico e religioso; undici elogi; cinque epigrammi; un acrostico; sei sonetti e un’ode cui si aggiunse la traduzione dell'Alloquium Iesu Christi, riproposto in ben cinque edizioni.

Benedetto Croce liquidò quel patrimonio con gelido sprezzo definendo scarsissimo o nullo il valore di tutta cotesta letteratura ascetica e rimeria spirituale.

Epperò, molti riconoscimenti le sono stati tributati:

è stato dato il suo nome ad un cratere sul Pianeta Venere; è stata eretta una statua nel Palazzo del Bo, sede dell'Università padovana; un suo busto è ospitato nella basilica di Sant’Antonio; le è stata intestata una vetrata a colori della biblioteca del Vassar College a Poighkeepsie, ove è raffigurata mentre discute con i suoi Esaminatori; le sono state intitolate una piazza e due strade, rispettivamente a Rubano, a Barzanò e a Cesa. Condivide, inoltre, con Ettore Majorana un Liceo statale milanese. Una lapide la ricorda sul muro di Ca' Farsetti a Venezia. Jesolo le ha dedicato l'Istituto professionale di Stato. La biblioteca comunale cipriota di Episkopo porta il suo nome. Il Comune di Bologna, infine, ne ha rinnovato la memoria con una rotonda.

A testimonianza della sua attività restano le opere: Lettera overo colloquio di Christo N. R. all'anima devota composta dal R. P. D. Giovanni Laspergio in lingua spagnola e portata nell'italiana ed Elenae Lucretiae Corneliae Piscopiae opera quae quidem haberi potuerunt.

Dalle sue riflessioni non emerse alcun contributo alla Questione femminile: in tutta la sua vicenda intellettuale, infatti, non si rileva alcun tentativo di difesa della dignità, delle capacità, dei diritti delle donne dalle quali, anzi, si tenne a distanza sostenendo in una sua opera … L’ornamento che rende gratiose le donne e famosissime da per tutto è il silenzio; né sono fatte che per istar in casa, non per andar vagando…

Dopo Elena Corner, le prime nel mondo a laurearsi furono Laura Bassi Verati in Storia naturale e medicina, a Bologna; Cristina Roccati in Filosofia e Fisica, ancora a Bologna; Maria Pellegrina Amoretti in Giurisprudenza, a Pavia.

L’Italia ed il suo Dicastero per l’Istruzione le ignora.

Bibliografia