Le Grandi Battaglie

La Battaglia di Austerlitz

di Ornella Mariani
La Battaglia di Austerlitz.
La Battaglia di Austerlitz.

La Battaglia di Austerlitz

Detta anche Battaglia dei Tre Imperatori, per aver posto in campo Alessandro I di Russia, Francesco II e Napoleone Bonaparte, fu l’ultima della guerra della Terza Coalizione e fu combattuta il 2 dicembre del 1805 nelle vicinanze di Brno, nella Repubblica cèca.

Settantatremila Francesi travolsero ottantacinquemila fra Russi e Austriaci: lo scontro fu la prova definitiva del talento e del genio tattico napoleonico.

Luogo: Austerlitz, Moravia, 2 dicembre del 1805

Parti: Francesi contro Austro/Russi

Imperatori

Napoleone Bonaparte

Francesco d’Austria

Alessandro I di Russia

Generali

Gioacchino Murat

Louis Nicolas Davaout

Jean Baptiste Bernadotte

Nicolas Jean Soult

Michel Ney

Jeanne Lannes

Charles Oudinot

Dominique Vandamme

Franz von Weyrother

Michail Kutuzov

Petr Bragation

Dimitri Dochturov

Antefatti

La battaglia era preceduta dalla pesante rotta inflitta ad Ulma alle forze austriache del Generale Karl Mack von Leiberich, circondato ed isolato fino alla resa senza scontro il 20 ottobre del 1805.

Era stata spianata ai Francesi la via verso Vienna.

Il conflitto era cominciato a Boulogne quando, sfumato il sogno francese d’invasione dell'Inghilterra, si era reso necessario trasferire le truppe nel cuore dell'Europa per l’essersi costituita, il 9 agosto precedente, la Terza Coalizione antibonapartista.

Inghilterra, Austria, Svezia e Russia, decise a demolire Napoleone, erano pronte a marciare sull'Italia, su Parigi, sull'Hannover e sulla Baviera: l’arciDuca austriaco Carlo, alla testa di circa centomila uomini puntò su Mantova e Peschiera, per entrare in Milano; il germano arciDuca Giovanni avanzò sul Tirolo con oltre ventimila Soldati; l'arciDuca Ferdinando ed il Capo di Stato Maggiore feldMaresciallo Karl Mack si accinsero ad entrare in Baviera con sessantamila unità; il Generale russo Kutuzov guidò i suoi trentacinquemila a Monaco.

Si sarebbero riuniti a Strasburgo, ove erano attesi dall’Imperatore d’Austria.

Programmando di batterli separatamente, Napoleone diresse a marce forzate la sua Grande Armèe sulla Baviera per assestare il primo colpo in danno di Ferdinando e del suo temuto Generale: l’uno si dette alla fuga con i suoi novemila superstiti, l’altro si arrese senza combattere.

Gli restava da affrontare Francesco I e Alessandro I, ora privi di supporto: in gioco c’era l’onore della Francia, quaranta giorni avanti umiliata a Trafalgar.

La Terza Coalizione

Fu il sodalizio armato voluto da Inghilterra, Impero austriaco, Impero russo, Regno di Napoli e Svezia contro Bonaparte per distruggerne l’egemonia sull’ Europa centro/meridionale e restaurare le Monarchie dell’Ancien Regime.

La guerra sul continente, preceduta fin dal 1803 dalla nuova crisi anglo/ francese dopo la rottura della Pace di Amiens,  si concluse alla fine di dicembre del 1805 con la schiacciante vittoria napoleonica sul granitico blocco alleato e con la Pace di Presburgo: benché il predominio francese crescesse, l’Inghilterra consolidò il dominio dei mari e seguitò ad opporsi militamente e politicamente all'Impero francese anche dopo lo scioglimento della coalizione.

Austerlitz

In questa località, allungata tra i fiumi Goldbach e Littawa, a una manciata di kilometri da Brno, il 2 dicembre del 1805, gli antagonisti si contrapposero.

Una fitta nebbia avvolgeva la collina di Pratzen, il pianoro di Pratzeberg e le acque degli stagni limitrofi, rendendo invisibili i Francesi.

Lungo un fronte di quindici kilometri erano posizionati gli schieramenti:

a Est, sulla destra del Littawa, i Russi dello Zar Alessandro I e gli Austriaci di Francesco II in novantamila;

a Ovest, sulla destra del Goldbach e di fronte all’altopiano, Bonaparte che, la sera prima, scortato da venti Cacciatori della Guardia, si era imbattuto in un contingente cosacco: a margine della violenta mischia, un Aiutante di campo, afferrate le briglie del suo cavallo, lo aveva trascinato via al galoppo, mentre i nemici venivano liquidati a sciabolate.

L'ala sinistra francese, a Nord, contava sulle truppe di Jannes e di Murat, cui si sarebbero aggiunti in seguito Oudinot e Bernadotte.

A fronteggiarli c’era l'ala destra alleata del Principe Bragation.

Il centro bonapartista era guidato da Soult, Saint-Hilaire e Vandamme a fronte dei quali c’erano Przbysewski, Langeron e Kollowrath.

L'ala destra napoleonica era comandata da Davout e Legrand, contro i quali erano schierati Buxhowden, Kienmayer e Dochturov.

La riserva bonapartista era costituita dalla Guardia imperiale inizialmente guidata da Oudinot.

La riserva alleata era condotta dal granDuca Costantino e dal Principe Giovanni del Liechtenstein.

Alle sette del mattino i Russi assunsero l’iniziativa: bucando la nebbia e avanzando su sette colonne, espulsero i Francesi da alcuni villaggi limitrofi all’area di guerra.

Parallelamente, l’Imperatore ordinò a Soult e Murat di abbandonare il borgo di Austerlitz, in mano loro da qualche giorno.

I Generali della coalizione interpretarono la manovra come l'inizio di una ritirata: a Nord, all'ala destra, i Russi di Bagration controllavano Bosenitz; al centro, le Divisioni di Kutusov si erano insediate sulla collina di Pratzen; a Sud, l'ala sinistra di Buxhowden era attestata attorno ai laghi di Satschan e Menitz.

Verso le dieci la nebbia prese a sciogliersi: l'avanzata di Bagration fu fermata dalla carica della Cavalleria di Kellermann, disturbata dai Reggimenti a cavallo di Liechtenstein, a loro volta incalzati e contrastati dagli squadroni di Murat.

Parallelamente, le due Divisioni di riserva del Quarto Corpo di Soult affrontarono il lieve pendio del Pratzen supportati a sinistra dal Reggimento di Vandamme e sulla destra dai Reparti di Saint Hilaire: quando apparvero in tutta la loro formidabile imponenza, colsero di sorpresa il nemico.

Alloggiato nel borgo di Krzenowitz, Kutuzov vide le dense colonne a poche centinaia di metri e, dopo panico e concitazione, comprese il pericolo: il cuore dello schieramento austro/russo era stato sfondato dall’offensiva implacabile di Soult che condizionò anche i Corpi di Miloradovi? e Kollowrat.

Informato, lo Zar non ebbe il tempo di ricompattare il fronte: il Generale Saint Hilaire aveva già ordinato l’attacco alla baionetta e catturato le batterie dell' Artiglieria russa mentre, sulla sinistra, Vandamme ricacciava rapidamente i Battaglioni della grande Russia: mentre ancora Soult faceva portare avanti alcune batterie da puntare sull’austriaco Kolowrat, schierato davanti a Saint-Hilaire, egli profittò della precisione del fuoco e caricò di baionetta mettendo in fuga i nemici.

Furiosi furono i colpi di lancia e di sciabola tra Corazzieri, Dragoni, Ulani, Cacciatori, Lancieri, Ussari insanguinarono l’area: al centro, le Fanterie di Soult risalirono dalla valle del Goldbachm verso le pendici dell’altopiano del Pratzen e piombarono sulle truppe di Kutuzov, proprio quando egli iniziava la manovra di conversione verso Sud per aggirare l'ala destra francese.

Napoleone gli sferrò un poderoso attacco mentre egli, nel tentativo di riguadagnare la posizione, veniva assalito da Vandamme e da Saint-Hilaire.

Caddero in migliaia da entrambe le parti.

Implacabile, Soult sfondò la linea di Krzenowitz mentre Lannes e Murat attaccavano a Nord la fiacca ala destra di Bragation, aprendo la via del centro alle cariche di Cavalleria leggera murattiane: verso le undici lo scontro fra questa e quella di Liechtenstein non si era ancora attenuato mentre, a Sud, privo di collegamenti, Buxhowden tentava di proteggere le ali a sostegno delle quali accorse anche Bagration.

I Francesi avevano il saldo controllo dell’altopiano e, posizionati al centro delle linee nemiche, le avevano divise in due sfilacciano la compattezza dei fianchi: l’Imperatore chiamò la riserva di Bernadotte e la scatenò sulla collina di Pratzen, cuore dell’Armata austro/russa; sfondò il fronte di Kutuzov; lo ricacciò a Est e a Sud fino alla valle del Krenowitz.

Nel primo pomeriggio il fianco alleato era fuori gioco con gran parte del settore centrale: verso le quindici, i Francesi sferrarono l’affondo finale alle truppe di Buxhowden, mettendole in rotta mentre a Nord Bragation si dava alla fuga. Fu allora che, vista la Fanteria russa di Doctorov ripiegare verso il lago Satschan, senza indugi Napoleone ordinò all’Artiglieria di sparare sul ghiaccio, frantumandone la crosta e provocando una spaventosa ritirata: in formazione disordinata, gli Austro/Russi annegarono in migliaia nelle gelide acque lacustri.

Dal campanile della chiesa di Sant'Antonio, meno di due chilometri a Nord/Est, il cannocchiale gli dette cognizione dello sfacelo nemico: alle diciassette l’Imperatore impose il cessate il fuoco.

Era buio e la vittoria era scritta: in campo erano restati undicimila Russi e quattromila Austriaci; i prigionieri si contavano in dodicimila e le perdite dei cannoni nemici ammontavano a circa duecento pezzi contro milletrecento caduti francesi, settemila i feriti e cinquecento ostaggi.

Per gli Alleati, una catastrofe epocale.

Per la Francia imperiale una vittoria epocale, conseguita in meno di nove ore.

Conseguenze

I Russi si ritirarono dall'Austria, che fu costretta a firmare il 26 dicembre il Trattato di Presburgo, concedendo ampie aree territoriali ai Francesi il cui onore era stato riscattato.

Ancora oggi la battaglia di Austerlitz, capolavoro di Tattica, è considerata il punto più alto del genio di Napoleone che, numericamente inferiore, ottenne notevoli risultati sul piano militare e politico.

Nel 1810, col bronzo dei cannoni austriaci e russi egli fece forgiare la Colonna Vendôme, celebrativa dei fasti imperiali.

Bibliografia